lunedì 29 agosto 2011

MANIFESTAZIONE A CASTELLO TESINO E AL LAGO DI COSTABRUNELLA



I SENTIERI DELLA MEMORIA:
IL BATTAGLIONE“GIORGIO GHERLENDA”
MANIFESTAZIONE A CASTELLO TESINO E AL LAGO DI COSTABRUNELLA
Sabato 3 settembre ore 9.30 a Castello Tesino e alle 13 alla diga di Costabrunella

Per la prima volta, l’Anpi di Trento, Bolzano, Belluno e Feltre, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Provinciale del Trentino, dell’Anpi Nazionale e l’adesione dell’Ana del Trentino, ripercorrono il sentiero dei partigiani che da malga Sorgazza (Pieve Tesino) raggiunge la diga del lago di Costabrunella. Questo luogo è stato la base operativa del battaglione “Gherlenda” e teatro dello scontro con i nazifascisti quando il 15 settembre 1944 trovò la morte il suo mitico comandante Isidoro Giacomin “Fumo”, già ufficiale degli alpini.
I partigiani caduti, catturati, torturati, impiccati o fucilati, o spediti nei lager furono diversi. Fra questi si ricordano di Castello Tesino le due giovani medaglie d’oro “Ora e Veglia”e don Narciso Sordo morto a Mauthausen.
Per ridare luce al significato della lotta di Resistenza e per non dimenticare chi per amore della libertà e della democrazia ha sacrificato la propria vita l’Anpi, inaugurerà una targa alla memoria a Costabrunella, seguita da una Messa per tutti i caduti. Una manifestazione che s’intende rendere permanente ogni anno.

PROGRAMMA


1° appuntamento
ORE 8 : PARTENZA CON LE AUTOMOBILI - TRENTO POSTEGGIO (ex Sit) DI FRONTE ALLA FUNIVIA PER SARDAGNA

2° appuntamento
ORE 9.30 : A CASTEL TESINO (centro - posteggio all'entrata del paese) DEPOSIZIONE DELLA CORONA E INTERVENTI AL MONUMENTO DELLE MEDAGLIE D'ORO "ORA E VEGLIA"

3° appuntamento
ORE 10.30 : dal posteggio presso Malga Sorgazza PARTENZA A PIEDI (pranzo al sacco) PER IL SENTIERO CHE PORTA A COSTABRUNELLA (2 ore circa) (per casi limitati particolari e prenotati sarà possibile l'uso della funivia di servizio per la diga - 15 minuti)

4° appuntamento
ORE 13,00 : SCOPERTURA DELLA TARGA DEDICATA AL BATTAGLIONE GHERLENDA E AI MARTIRI DELLA LIBERTA'  -
MESSA in memoria dei caduti celebrata da don Giuseppe Grosselli

ritorno verso le ore 15.30
IMPORTANTE COMUNICARE ALLE NOSTRE SEGRETERIE LA PROPRIA PARTECIPAZIONE

O per email anpitrento@alice.it
o telefonando a
Alberta (Trento)  3337978889
Mara (Rovereto) 3481304891

Paolo (Pergine)   3491825267

martedì 12 aprile 2011

Manifestazione contro l'oscuramento del PRC-Fds e per la libertà di informazione

Cari compagni

domani pomeriggio mercoledi 13 aprile alle ore 16 la Federazione della sinistra del Trentino organizza un presidio davanti alla sede Rai di via Perini a  Trento per protestare in concomitanza con il  resto d'Italia, contro l'oscuramento mediatico in atto nei nostri confronti sia a livello nazionale che locale.

guarda il video appello di Rosa Rinaldi http://youtu.be/-QgdZ_8Su5E

Crediamo  che in Trentino abbiamo da  rivendicare  le tante attività svolte dai circoli territoriali, la nostra costante presenza in comitati, associazioni, nelle manifestazioni, in sintesi la nostra concreta e utile presenza sul territorio a fronte di una scarsa/assente copertura mediatica. 

Chiederemo un'incontro con il direttore della Rai di Trento per dire  che ci sono 10 buoni motivi per non censurare la Federazione della sinistra:

1)   Perché la FDS difende la Costituzione, e con essa, la libertà di informazione.
2)   Perché la RAI, in quanto servizio pubblico, pagato col canone dai cittadini e dalle 
cittadine, ha dei precisi doveri nel fornire una informazione corretta e completa.
3)   Perché la FDS esiste, ed è in ogni lotta per la pace,il lavoro, i diritti sociali e 
civili,  i saperi, la cultura, la libertà di informazione, contro l’omofobia e la violenza 
maschile sulle donne: ma non esiste nella informazione la RAI.
4)   Perché le bandiere della Federazione le trovate in ogni lotta, anche se non le 
vedete in televisione.
5)   Perché l’informazione politica non può essere ridotta a spettacolo mediatico: 
anche se il pensiero critico, secondo alcuni, non fa audience.
6)   Perché la FDS si batte contro Berlusconi e anche contro il berlusconismo, contro 
la riduzione della politica a spettacolo per un pubblico passivo, a teatrino recitato 
dai leader nell’epoca del bipolarismo: l’informazione e la politica del bipolarismo 
sono impermeabili al conflitto. Per questo oscurano i conflitti, ci cancellano.
7)   Perché i poteri forti ci vogliono cancellare dalla comunicazione per cancellarci 
dalla realtà.
8)   Perché ci battiamo per la libertà di informare ed essere informate/i  di tutte/i: 
per questo non accettiamo bavagli.
9)   Perché non si può raccontare questo Paese solo con barzellette, casi umani, 
problemi politici ridotti a cronaca nera, reality show che cancellano la realtà: siamo 
uomini e donne col megafono siamo la voce di tante lotte, di tante speranze.
10)    Perché siamo comunisti/e  e di sinistra, siamo diversi, siamo lontani dalla politica 
leaderistica che il circuito mediatico alimenta.
 Per noi la libertà è partecipazione, la speranza è conflitto. 

Vogliamo un mondo migliore per tutte/i. Senza esclusioni


Il ritrovo per la preparazione del materiale e il ritiro di bandiere e cartelli è previsto alle 15 nella sede della Federazione in via Santa Margherita.

Il coordinatore  responsabile e referente di questa iniziativa è il compagno FRANCESCO CAPODANNO -  francesco.capodanno@gmail.com   cell. 3207909074 




TRENTO
VIA PERINI, 141 C.A.P.38100
tel.0461/9051111
email: red.regionale.trento@rai.it

giovedì 24 marzo 2011

Comunicato Stampa: Ancora una volta gli interessi economici portano alla guerra

Trento, 19 marzo 2011

Sicuramente non approviamo e condanniamo il comportamento del leader libico Gheddafi.
Il dissenso interno, quando nasce, non nasce mai a caso ed è frutto di politiche antipopolari e repressive che nulla hanno a che fare con i processi democratici.
Fa specie, però, il comportamento decennale dell’occidente verso il “colonnello libico”. Per tutelare gli interessi delle “banche armate”, di Finmeccanica (fornitrice di armi alla Libia da molto tempo), dell’ENI (per il petrolio), delle multinazionali dell’agricoltura, degli interessi internazionali sull’uranio africano, dell’appoggio ai campi di concentramento in Libia per i cosiddetti clandestini, il governo italiano e non solo, ha accettato ed appoggiato politiche liberticide nei confronti del popolo libico, fino ad arrivare ai quei tristi baciamano del nostro Presidente del Consiglio Berlusconi di poco tempo fa.
Per molto tempo si è taciuto, tollerato, appoggiato, per bassi interessi commerciali, di mercato.
A questo punto, quando gli interessi economici sono in difficoltà, saltano fuori le “ingerenze umanitarie” e Il Consiglio di sicurezza dell'Onu si è pronunciato a favore dell'istituzione della No fly zone sulla Libia e dell'autorizzazione all'uso di non meglio precisati mezzi necessari a prevenire violenze contro i civili. In altri termini, ha autorizzato la guerra.
Il pallido e fino ad oggi insignificante Ban Ki Moon, diventato presidente dell'Onu solo in virtù dei suoi buoni uffici con gli Usa e del suo basso profilo, si è esaltato fino a definire la risoluzione 1973 storica, in quanto sancisce il principio della protezione internazionale della popolazione civile.
Un principio che vale a corrente alternata. Non ci sembra di ricordare sia evocato quando i cacciabombardieri della Nato fanno stragi di civili in Afghanistan. Altrettanta solerzia non è risultata effettiva quando gli F16 dell'aviazione israeliana radevano al suolo il Libano o Gaza, uccidendo migliaia di civili innocenti. Neppure vi è stato un intervento ONU nell’IRAQ quando si è inventato di tutto per rimettere le mani sul petrolio iracheno, uccidendo (complice anche l’Italia) decine di migliaia di civili. Lo stesso Blair ha confermato tutto questo.
Quello che sta avvenendo genera, in realtà, un precedente ben pericoloso. Sul quale giustamente paesi come la Russia, la Cina, il Brasile, l'India e la Germania hanno espresso più di una riserva. Che si è limitata però ad un'astensione, che lascerà di fatto liberi quei paesi che hanno deciso di bombardare Tripoli e sostituire Gheddafi con le fazioni a lui ostili per un cinico calcolo geopolitico e di convenienze. Sia chiaro a tutti che i diritti umani e le giuste aspirazioni dei giovani libici alla democrazia e a liberarsi dal regime non c'entrano nulla con la decisione di Parigi e Londra, seguite a ruota dal sempre più deludente Obama, di attivare l'intervento militare.
Chi sarà in futuro a decidere quali violenze contri i civili sono accettabili o meno saranno solo e sempre le superpotenze militari imperialiste e occidentali. E lo faranno con il sostegno del sistema di informazione mondiale che selezionerà alla bisogna chi e come andrà bombardato, chi potrà o meno rimanere al potere.
Chi stabilisce, infatti, che si decide di bombardare la Libia, mentre si consente all'Arabia Saudita di inviare truppe per sedare le proteste nel vicino Baherein, mentre si lascia il presidente dittatore da trentadue anni dello Yemen, Abdullah Saleh, sparare da giorni sulla folla (causando un numero di vittime enorme) che ne chiede a gran voce e da tempo le dimissioni? Si arriva al paradosso che la petromonarchia del Qatar, anch'essa impegnata nel reprimere le proteste del Baherein con il suo esercito, ha allo stesso tempo annunciato che invierà i suoi caccia per la democrazia in Libia.
Tutto ciò dimostra solo come nel caso libico si è da subito tentato di intervenire militarmente per interessi geopolitici.
Quale è infatti la razionalità politica di tale scelta? Semplice.
Come sempre, ciò che muove gli eserciti non sono le intenzioni umanitarie, ma ben altre ragioni e motivazioni. Seguite il petrolio, il gas e i dollari e troverete la risposta.
Per ciò che riguarda la Francia e la sua frenesia di menar le mani si segua, oltre alla via del petrolio, quella dell'uranio che alimenta le sue centrali nucleari e quelle che vende per il mondo.
Ci auguriamo che il cessate il fuoco unilaterale dichiarato dal governo libico, sia vero, e questo forse lascia del tempo per cercare di evitare la tragedia di una guerra nel mediterraneo. Temiamo duri poco. Sarà cercato in ogni modo un pretesto per giustificare comunque l'attacco, ora che una parvenza di legittimità internazionale è stata data dalla sciagurata risoluzione 1973.
L'Onu, che dovrebbe prevenire i conflitti fra gli Stati, in questo caso ha varato una decisione che potenzialmente potrebbe allargarlo e diffondere la guerra. Una decisione quindi si storica, ma per stupidità. Una stupidità alla quale, naturalmente, non si sottrae il governo italiano, pronto a dare basi uomini e mezzi all'impresa. In buona compagnia del Pd - già d'altronde in prima fila nelle guerre umanitarie del passato - che condivide apertamente tale scelta ed in compagnia anche del Presidente della Puglia Vendola (questo ci rattrista molto) che apre all'intervento militare e alle No Fly Zone in Libia, ma vorrebbe evitare che finisca in un pantano. Onestamente non capiamo come si possa fare, quando si interviene militarmente e si bombarda tutto può accadere. Forse Vendola si riferisce ad azioni mirate come in Afghanistan o alle bombe intelligenti come in Serbia? Quello che è certo è che intanto SEL si accoda, con saggezza, al partito della guerra filo atlantico. Stavolta tra l'Obama vero e quello bianco c'è gran sintonia. O dell’IDV (Di Pietro) che in barba alla Costituzione si astiene e non prende posizione contro guerra e governo.
In sintesi siamo in guerra con la Libia. Ancora una volta in sfregio alla Costituzione italiana (e non possiamo accettarlo visto che pochi giorni fa siamo scesi in piazza in sua difesa) ed ancora una volta mossi solo da biechi interessi. Noi non abbiamo interessi e non facciamo il baciamano a nessuno: la nostra unica bussola è la pace. La pace si costruisce con la cooperazione, con i processi di solidarietà internazionale.
Se vi sono ancora degli spiragli per evitare il peggio vanno usati ed agiti fino in fondo. Serve da subito una mobilitazione del popolo della pace per fermare la macchina da guerra che sta scaldando i suoi motori. Serve scendere subito in piazza contro la guerra e per chiedere che l'Italia rimanga fuori da questa nuova e sciagurata avventura bellica. Noi ci saremo.


Francesco Porta
Per la Federazione della Sinistra del Trentino

Inceneritore – Tornare in Commissione Ambiente e Dibattito in Aula

Sempre più fumosa appare la vicenda inceneritore a Trento. Sempre più ambigua, dispendiosa e dannosa per la popolazione appare la scelta di incenerire i rifiuti. L’interesse al profitto non può andare d’accordo con la tutela dei beni comuni e del cittadino.
Gli interessi di chi dovrebbe gestire questa scellerata soluzione, cozzano contro la raccolta differenziata, cozzano contro la quantità di rifiuti da trattare e tutto in barba alla tutela dell’ambiente ed a un ciclo virtuoso nella gestione della materia prima seconda. Quello che sta venendo alla luce, la ritrosia dei privati, spiegano anche che è difficile fare un inceneritore a basso tonnellaggio e spiega anche, come mai in molti posti dove gli inteneritori sono stati costruiti,m la differenziata è stata disincentivata: gli inceneritori per essere vantaggiosi devono bruciare e la differenziata diventa un ostacolo.
E’ necessaria una inversione di tendenza, è finito il tempo che l’ambiente viene sacrificato sull’altare del profitto. L’ambiente deve essere de mercificato, sottratto agli strali del mercato così come l’acqua e tutti i beni comuni.
Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani chiedono che tutto l’iter del bando vada rivisto e si tenga conto anche di altre soluzioni alternative all’incenerimento. Il trattamento dei rifiuti non può passare solo attraverso una loro distruzione ma può e, a nostro avviso, deve passare attraverso un loro riuso. Questa prassi tutelerebbe ambiente, salute e potrebbe agevolare la creazione di posti di lavoro in Trentino, posti dedicati alla filiera del riciclo.
Urge, a questo punto, un ritorno della discussione nella Commissione Ambiente del Comune di Trento e poi, indispensabile, il passaggio in aula dove si avvii un processo di confronto politico fra tutti i consiglieri.
La città di Trento e tutte le zone limitrofe hanno bisogno di altre risposte per la chiusura del ciclo dei rifiuti, risposte che non devono per forza prevedere l’incenerimento.


Francesco Porta
Componente Commissione Ambiente
Consigliere Comunale Trento
Rifondazione Comunista – Comunisti Italiani

martedì 1 febbraio 2011

Fiaccolata per la Pace - Cavalese 3 febbraio

In occasione dell’anniversario della tragedia del Cermis il partito della rifondazione comunista organizza una fiaccolata per ricordarne le vittime e per dire no alla guerra, in tutte le sue forme.
La fiaccolata partirà dal Centro Congressi di Cavalese alle 18.30 e percorrerà al paese fino alla lapide posta in ricordo di questo triste evento.
A seguire si terrà un dibattito presso il centro anziani sul tema “La guerra: Premesse e conseguenze di un dramma tra locale e globale” .
Tutti sono invitati a partecipare, per ascoltare la testimonianza di chi della guerra è stato testimone e di chi da anni si occupa di queste tematiche, lottando per opporsi a questa barbarie. Vogliamo aprire una discussione perché si possa prendere coscienza della realtà dei fatti: non possiamo continuare ad ignorare o a considerare cosa lontana da noi un dramma di cui l’Italia è stata ed è tuttora parte attiva.
Invitiamo tutti gli iscritti ed i simpatizzanti a partecipare a questa iniziativa perché possa in futuro diventare un appuntamento stabile, un occasione nella quale si possa ragionare e discutere delle tematiche legate alla guerra e delle iniziative per far sentire la nostra voce. Dobbiamo dare visibilità all’opinione di chi è contrario alla politica attuata dall’Italia e da molti paesi che in nome della pace portano la guerra, nascondendo alla popolazione quella che è la realtà di morte nascosta dietro agli slogan di esportazione di “pace” e “libertà”.
Cominciare con una buona partecipazione darebbe lo spunto ed energie nuove per portare avanti iniziative di informazione e di impegno civile delle quali in questo momento abbiamo una necessità vitale, per rilanciare la nostra idea di società e far risorgere l’ideologia di sinistra dal limbo nel quale ora si trova.
Per quanto molti di voi già conoscono i relatori ricordiamo alcuni di essi:
Lidia Menapace: qualsiasi descrizione risulta sminuire la grandezza di questa persona che ha vissuto la seconda guerra mondiale prendendo parte alla Resistenza come staffetta, è stata tra le personalità più importanti del femminismo e senatrice della repubblica per Rifondazione Comunista
Luigi Sardi: memoria storica del giornalismo trentino, ha scritto “I due Cermis” sulle tragedie avvenute in valle di Fiemme.
Franco Tessadri: esponente del comitato che si oppone alla realizzazione a Mattarello di una base militare
Nazmi Berisha: esponente dell’associazione “Aiuto nei Balcani” che porterà la propria testimonianza su quello che è veramente stata la missione di pace nella ex-Jugoslavia
Ezio Casagranda: segretario della Filcams CGIL
Stefano Bleggi: esponente del centro sociale Bruno di Trento
Dobbiamo riappropriarci della discussione e pretendere che finalmente in Italia si attui uno dei pricipi fondanti della Costituzione: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”
Per chi volesse partecipare è stato organizzato un pullman da Trento, per informazioni e prenotazioni chiamare il 338-2880576